- Al
termine dell'incontro con Franco Sereni, Mussi aveva
finalmente aperto quello stranissimo baule, che solo
apparentemente sembrava l'astuccio di uno strumento
musicale.
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- Aveva tirato fuori un sorta di grandissimo teschio di animale in metallo.
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La mandibola, armata da una doppia fila di spaventosi denti acuminati, anch’essi in metallo, era dotata di un meccanismo a molla regolabile dalla base del cranio dove era posto una specie di grilletto che faceva scattare il dispositivo a scatto, una volta che era stato preventivamente attivato.
-
Sereni ricordava perfettamente la spiegazione di Ferdinando Mussi del perché di quel congegno:
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Avevo commissionato, circa sei anni fa, questo modello di cranio di velociraptor ad un artigiano fiorentino che lavora per la nostra Università. Mi serviva per studiare meglio la forza del morso di questo tipo di sauro quando spadroneggiava sulla terra circa 90 milioni di anni fa. In realtà la scala è fuori misura, perché la testa di questo esemplare di dinosauro era più piccola, ma il meccanismo di scatto era risultato difficile da realizzare per una grandezza inferiore, così il fabbro ha creato un prototipo più grande e la forza del morso sarebbe stata calcolata in funzione del rapporto fra le due misure.
-
Nel momento in cui si era pensato di depistare le eventuali indagini dei giornalisti, mi venne l’improvvisa ispirazione di utilizzare proprio questo strumento. Nessuno avrebbe considerato, almeno sul momento, che la vera causa della morte di Magnusson potesse essere l’eutanasia. Vedendo sul cadavere gli effetti di un morso di quel calibro, e sull’onda emotiva delle notizie che divulgava
YouGlobe, si sarebbe certamente collegato l’omicidio ad un intervento vendicativo della Chimera. Ancora non si sapeva nulla sull’individuo che era stato generato da Magnusson nel 1968 e far intuire che potesse somigliare ad una specie di nuovo velociraptor fu una cosa molto semplice. Inoltre proprio il velociraptor era stato effettivamente studiato da Samuel prima della decisione definitiva di utilizzare un altro essere non ancora estinto, e nelle interviste abbiamo volutamente calcato la mano per dare la colpa di tutto ad un fantomatico essere dalla principale componente bestiale.
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Sereni era così venuto a sapere che l’idea del morso disumano, e quindi dell’utilizzo del teschio d’acciaio, era venuta a Mussi anche a seguito della morte violenta di Avrahm, divorato pochi giorni prima a Tel Aviv da un branco di cani idrofobi, sfuggiti al controllo nel suo laboratorio di ricerca.
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Ancora la natura della morte dello scienziato israeliano non era stata chiarita, ed era convenuto a tutti, anche ai responsabili del laboratorio dove lavorava Avrahm, far cadere i sospetti di entrambi i decessi sulla terribile Chimera a caccia di vendetta nei confronti di coloro che l’avevano messa al mondo.
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Richard era invece l’essere più pacifico del mondo e, come confermato dal biologo fiorentino, la sua stabilità era risultata massima, e fin dal primo momento del distacco dalla macchina che l’aveva cresciuto. Altro che cambiamenti repentini di sesso o di forma fisica! Altro che dottor Jekyll e Mister Hyde!
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Richard era proprio il risultato perfetto di un esperimento perfetto; sarebbe stato, per le generazioni future dei ricercatori scientifici, il modello ideale nello studio dell’uomo perfetto…proprio come aveva voluto Samuel Magnusson.
-
In sostanza Mussi, aiutato da Polasacra e
Toren, aveva approfittato delle modalità controverse e poco chiare della morte di Avrahm per simulare sul cadavere di Magnusson lo stesso modus operandi di un fantomatico killer, facendo cadere così i sospetti di tutti sulla incolpevole Chimera.
-
Non era stato tuttavia chiarito come rientrava in questo scenario la morte della Serrano, ma su questo stava indagando Walter.
-
Aprendo quella porta nel B&B di Göteborg, Walter si era trovato di fronte Ester Serrano, proprio l’ultima persona al mondo che pensava potesse trovare in quella stanza.

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Mortificata e confusa la dottoressa aveva accettato il braccio di Mastrelli per sollevarsi da terra in quel camerinetto senza luce nel quale si era andata a nascondere quando il giornalista italiano aveva bussato a casa sua.
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Si erano seduti, insieme alla nipote, nell’ingresso dell’appartamento e Walter era stato messo al corrente di tutta la storia.
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Aveva scoperto che Mussi aveva messo su il finto omicidio della Serrano, utilizzando uno strumento meccanico in suo possesso che imitava il morso di un dinosauro e che aveva applicato quell’apparecchio al corpo di una vagabonda, defunta a Göteborg il giorno prima, e messogli a disposizione dal locale obitorio tramite l’amicizia di un suo vecchio collaboratore che lo gestiva.
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Ovviamente il biologo italiano aveva poi bruciato il cadavere per renderlo irriconoscibile ed aggiunto al fuoco il vecchio bastone in metallo della Serrano che, restando inalterato dalla combustione, aveva dato un segno tangibile dell’identità della vittima.
-
Tutto questo era stato fatto per proteggere Richard, per allontanarlo dall’occhio del ciclone mediatico.
-
Mussi, la Serrano, Polasacra e Toren speravano di mettere la loro Chimera sotto una campana di vetro inattaccabile, per preservarla dagli attacchi esterni ma anche dal suo stesso desiderio di conoscere. Scoprire la sua vera identità poteva risultare traumatico per Richard e loro avevano fatto salti mortali per non fargliela scoprire, ma non c’erano riusciti.
-
La Chimera ormai aveva capito.
-
Cinzia si è presentata di buon ora oggi pomeriggio a
YouGlobe.
-
Le sono andato incontro per chiederle le ultime notizie e per sapere come intendesse impostare il programma insieme a Walter e Franco.
-
Ma la sua espressione svagata non mi è piaciuta.
-
- Walter e Franco sono tornati da poco dalla Svezia e dal Brasile e sono in possesso della verità sull’intera storia. Puoi anche comunicare ai telespettatori che stasera andrà in onda l’ultima puntata e che tutto sarà chiarito…..ma non ti assicuro la mia presenza, non sto troppo bene, credo di avere anche la febbre.
-
Ammetto di non aver
riflettuto neanche un secondo, e mi sento un verme per
non averlo fatto senza prima chiedere quali fossero le
soluzioni dell’enigma. Ho ritenuto che una notizia del
genere dovesse essere divulgata immediatamente, c’era
tutto il tempo per pubblicizzare su tutti i canali
possibili la messa in onda dell’ultima puntata con le
tre grandi rivelazioni.
-
Ho fatto realizzare in poco meno di 30 minuti uno spot
promozionale dell’ultima puntata de “Il Mistero
della Chimera” trasmettendolo a tormentone ad ogni
turno pubblicitario.
In pratica dalle 16,00 di oggi tutti i telespettatori di
YouGlobe sono stati bombardati dal comunicato; internet
con i suoi social network ed i Tg tradizionali di tutte
le reti pubbliche e private hanno contribuito ad
estendere a macchia d’olio la notizia, abbiamo così
portato davanti lo schermo televisivo alle 21,00 di
questa sera non meno di 25 milioni di persone solo in
Italia ed un miliardo nel resto del mondo, con la
versione inglese del programma andata in onda in
parallelo con traduzione simultanea.
-
Quella che non mi aspettavo, e che è emersa proprio all’ultimo
minuto, è stata la defezione di Walter e Cinzia.
Proprio nella trasmissione più importante della breve
storia televisiva di YouGlobe non hanno partecipato i
due protagonisti principali, che oltre ad essere gli
ideatori del programma, sono stati anche i maggiori
artefici del suo lancio e del suo indiscusso successo.
-
La cosa, per quanto
sconcertante, ha tuttavia una sua oggettiva
giustificazione; per farla comprendere però devo
tornare indietro di qualche ora in questo mio racconto.
-
Il volo da Göteborg era arrivato nella prima mattinata,
subito dopo era tornato da Firenze anche Franco Sereni.
Dopo un breve giro di telefonate si erano incontrati
tutti in un bar della Galleria Vittorio Emanuele II, in
prossimità del Duomo.
Il più imbarazzato era apparso Franco, quasi sentisse
sulle sue spalle il peso di tutto quello che aveva
scoperto; più tranquilli Walter e Cinzia, forse perché
ormai rassegnati all’evidenza o perché, avendo avuto
occasione di discuterne abbondantemente in precedenza,
sembravano aver almeno in parte metabolizzato gli ultimi
eventi.
Il primo a parlare rivolgendosi a Franco, dopo i
convenevoli di rito, era stato Walter,:
- Noi abbiamo le idee chiare su tutto, e tu?
-
- Anche sull’identità
della Chimera? – disse Sereni con un leggero tono
beffardo.
- Certo! E’ la cosa più importante e …
sconvolgente.
- E come siete riusciti a scoprirla?
Subentrò a questo punto Cinzia:
- Navarro mi ha rivelato come si chiama al
completo Ester Serrano, ha sempre tenuto nascosto il
suo secondo cognome, quello da parte
di madre. Si chiama Zarzi…Ester Serrano Zarzi.
Ma Zarzi è anche il cognome di qualcuno che
conosciamo benissimo.
- Chi?
- La mamma di Walter, che si chiama in
realtà Adelina Serrano Zarzi…lei invece ha sempre
tenuto nascosto il cognome Serrano.
- Appunto – concluse Sereni – io ho
saputo direttamente da Mussi l’identità della
Chimera, tu invece l’hai dedotta dalle dichiarazioni
di Navarro. Ester e la mamma di Walter sono sorelle.
- In ogni caso …la soluzione è la stessa:
Richard sono io – Walter si era inserito quasi con
rabbia nella discussione – Sono indignato nel pensare
a tutte quelle bugie che mi hanno propinato in tutti
questi anni. Mia madre putativa mi ha sempre detto di
fare Zarzi come cognome, mentre da spagnola, e mi ha
nascosto pure di esserlo, adotta sia il cognome del
padre che quello della madre. Evidentemente il cognome
Serrano avrebbe fatto capire la sua origine ispanica e
lei l’ha fatto sparire….almeno ai miei occhi. Io non
ho mai visto i documenti di mia madre, non è mai
capitato e lei ha fatto di tutto per non farlo capitare.
-

-
Il silenzio piombò su quel
tavolino da bar.
- Non riesco ancora a capire i miei
sentimenti…non so se essere sdegnato per questa finzione
durata quarant’anni o essere grato per avermi sottratto
con l’adozione ad una intera vita da cavia….che comunque
mi aspetta nel prossimo futuro. Non so … non so…quarant’anni
di menzogne di verità nascoste; quella che ho incontrato
a Göteborg era praticamente mia cugina, la figlia di
Ester che io da bambino avevo incontrato qualche volta
nella nostra villa di Como prima che si trasferissero
definitivamente in Svezia…ecco perché aveva un’aria
vagamente familiare, e perché si è presentata come
nipote di Ester, ha avuto paura che io potessi
ricollegare con la memoria a quella zia che ci era
venuta a trovare con la figlia a Como una trentina di
anni fa.
Da piccolo quindi avevo incontrato Ester, una zia .. ma
virtuale anche lei; veniva a trovare sua sorella ma
anche a vedere come cresceva quella creatura che aveva
visto svilupparsi in quella macchina nel 1968 e che
aveva scippato al padre naturale.
Per me questa è una tegola caduta sulla mia testa
all’improvviso, non sono riuscito a scansarmi e mi ha
fatto veramente male.
Avevo ipotizzato che gli omicidi fossero scaturiti dalla
rabbia della Chimera per il sentirsi diversa nei
confronti del resto dell’umanità, ed ora che ho scoperto
di essere io l’essere “anormale” mi sento carico di
pulsioni e sentimenti del tutto inaspettati.
Non provo odio o rabbia, piuttosto delusione, forse
anche confusione…più che ritenermi diverso mi sento
tradito. Tradito per aver avuto negata la verità per 40
anni, tradito per essere stato allontanato dal mio
genitore naturale, tradito e forse anche violentato per
aver dovuto subire una difformità senza alcuna
possibilità di scelta da parte mia.
-
Walter concluse il suo sfogo in preda alle forti
emozioni che avevano saturato il suo animo. Chinò
leggermente la testa e Cinzia si affrettò ad
abbracciarlo con tenerezza.
- Sì, capisco le tue inquietudini – disse Franco
per smorzare l’evidente angoscia di Walter – ma devi
vedere il bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto. Hai
avuto, ed avrai per sempre, una vera famiglia che ti ha
cresciuto bene e ti ha tenuto lontano dagli assalti
mediatici e scientifici, che futuro avresti avuto nelle
mani del tuo vero padre? Ti avrebbe protetto per sempre?
O alla fine sarebbe stato tentato dalle sirene della
celebrità e ti avrebbe “venduto” alla stampa ed ai media
per avere in cambio magari il Premio Nobel per la
Scienza? Ti avrebbero potuto levare dalla patria potestà
di Magnusson per affidarti ad un orfanatrofio.
Pensala come vuoi, ma secondo me dovresti essere grato
ai tuoi e volergli bene, forse più di prima.
Per quanto riguarda la tua natura "diversa" puoi solo
esserne orgoglioso. Mussi, Polasacra, Magnusson, tutti i
componenti di livello internazionale dello staff che ti
ha fatto nascere parlano di un enorme salto evolutivo
nella tua struttura biogenetica…in pratica sei una
specie di super-uomo, roba da far crepare di invidia gli
altri 6 miliardi di esseri umani presenti sul pianeta –
Sereni sorrise e perfezionò il suo intervento
consolatorio con una delicatissima pacca sulle spalle di
Walter, che abbozzò anche lui ad un leggero sorriso
stemperando le lacrime ormai quasi al limite di
tracimazione. - A proposito, devo consegnarti questa
busta. Contiene una lettera che tuo padre, quello vero,
ha consegnato a Polasacra prima di morire e lui l’ha
consegnata a me per fartela avere.
Quando sarai più in pace con te stesso potrai aprire la
busta; ti consiglio di non farlo subito, saresti ancora
troppo coinvolto per accertarne il contenuto, qualunque
esso sia.
Franco aveva concluso questo suo intervento mettendo un
braccio sulle spalle di Walter che continuava a
trattenere a stento le lacrime.
Cinzia da parte sua aveva adottato analoghe parole in
precedenza, nel tentativo di consolare Walter al suo
arrivo a Milano. Ma ancora era troppo presto, avrebbe
certamente metabolizzato la sua vera identità di
chimera, quella sua particolarità che lo aveva reso
involontariamente l’essere più ricercato del mondo,
anche se solo per qualche mese, ma ancora era presto,
troppo presto soprattutto per riapparire in pubblico,
figuriamoci poi se in un programma televisivo che lo
riguardava tanto da vicino.
Ecco perché l’ultima puntata del programma “Il Mistero
della Chimera” è stato mandata in onda con il fondale
dell’originale studio televisivo, completamente vuoto
perché privo di ospiti e per l’occasione con un solo
conduttore.

- A Franco Sereni dunque è
toccato questa sera dare tutte le soluzioni finali ad
una enorme massa di telespettatori affamati di verità.
Quando si è presentato da solo per chiudere il programma
mi sono allarmato.
Non l’avevo visto mai tanto esitante e, tra l’altro, non
mi ha voluto anticipare nulla.
E’ stato per una buona mezz’ora dinanzi la finestra
della sala riunioni a guardare nel vuoto. Solo alla fine
della trasmissione ho capito perché.
-

-
Le notizie che avrebbe dato al mondo intero sarebbero
risultate sconvolgenti e Franco ne aveva piena
coscienza.
Avrebbe
dovuto dire che Richard-la Chimera era proprio quell’uomo
che tutti avevano avuto davanti agli occhi per tanto
tempo e che si era dedicato, anima e corpo, alla ricerca
“di se stesso”. E già questo era difficilissimo, perché
quasi certamente avrebbe significato la fine della
carriera televisiva dell’amico Walter, perché ormai lo
considerava tale.
-
Avrebbe dovuto dire che la piena riuscita
dell’esperimento di Magnusson avrebbe stravolto
nell’immediato futuro lo stesso concetto di vita,
universalmente affermato da quando l’uomo aveva fatto la
sua apparizione sulla terra.
La possibilità di manipolare i geni umani per creare una
razza perfetta e immune da molte delle più note malattie
prima incurabili, era stata dimostrata dallo scienziato
svedese ed era stato, in pratica da sempre, il sogno
dell’umanità sia nel bene che nel male, basti ricordare
le aspirazioni sulla razza ariana di Hitler e del Terzo
Reich.
Non si era raggiunta l’immortalità, ma a detta di
Polasacra, l’età della razza umana sarebbe cresciuta di
oltre 50/60 anni, perché la modifica genetica si sarebbe
potuta effettuare anche in età adulta.
Franco ha immaginato, prima della messa in onda del
programma, tutte le possibili conseguenze dei suoi
annunci, non ultima la delusione di un certo target dei
suoi telespettatori, importati dal Tg black, nello
scoprire che in tutta questa storia non c’era nessun
assassino, fatta eccezione per l’eutanasia di Magnusson,
comunque del tutto legale in Svezia.
L’ultima verità da comunicare era quella relativa
all’animale utilizzato da Magnusson per il miglioramento
del DNA umano, e come aveva detto Polasacra era stato da
sempre sotto il loro naso.
-
-
-
Si trattava di un particolare tipo di pesce chiamato
appunto “Chimera”, una sottoclasse di pesci cartilaginei
imparentata con gli squali, provvisti di pelle nuda e
quindi senza squame. Trattandosi di un animale che vive
negli abissi marini ha sviluppato enormi capacità visive
e di adattamento e Magnusson l’aveva ritenuto
perfettamente adatto alla manipolazione genetica.
Oltre al fatto di chiamarsi Chimera, come l’oggetto
dell’esperimento, un’altra traccia era passata sotto gli
occhi di Walter e Cinzia: era il logo dell’intera
operazione chiaramente visibile su una delle foto
presenti nel famoso faldone del 1968.
La parola Chimera, in lingua svedese, era stata scritta
con la forma di un pesce.

Franco Sereni è stato
bravissimo questa sera, ha saputo adoperare le parole
giuste, ha fatto giungere per gradi alla verità quell’enorme
massa di teleutenti che si è trovata davanti, e ci ha
fatto giungere all’ennesimo picco di ascolto con il
superamento di tutti i precedenti record, compresi
quelli conquistati in precedenza da Walter e Cinzia.
In sala regia però ci siamo guardati bene dallo gioire.
Ho saputo che, mentre andava in onda la trasmissione,
Walter ha aperto la busta con la lettera di suo padre.
Cinzia me ne ha fatto avere una copia che vi riporto
nella sua interezza.
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Lettera di Magnusson a Richard
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Ciao Richard,
nel momento in cui stai leggendo questa lettera sarai già venuto a conoscenza della tua vera identità. Il mio struggimento per un tuo perdono è stato annientato dalla grande gioia che ho ricevuto nell’averti incontrato prima di dover chiudere gli occhi per sempre. Quando sei venuto a trovarmi a Stoccolma non sapevo ancora che quella parte di me, sparita nel nulla quaranta anni fa, stava parlandomi nelle vesti di una star televisiva, comunque ancora del tutto sconosciuta al mio cuore.
Nel vederti la prima volta ai piedi del mio letto, ammetto di aver avuto palpiti di ansia misti ad inquietudine, che sul momento avevo imputato al mio stato d’animo, fortemente alterato dalla malattia e dal desiderio di poter riabbracciare la mia creatura prima di morire. Era invece quel nocciolo della mia coscienza che ti aveva riconosciuto subito, già nel primo istante in cui la tua figura era apparsa in quella stanza, ultimo mio luogo di sofferenza, ma solo fino a quel momento. Dopo tutto è cambiato, il dolore non è più riuscito ad affliggermi; avevo rivisto mio figlio, e avevo parlato con lui, anche se non ne avevo ancora consapevolezza.
Tuttavia era bastato quell’incontro, e il conseguente conforto che mi aveva inaspettatamente procurato, per far passare in secondo piano il tormento fisico che talvolta arrivava anche a sparire del tutto.
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Ora, conscio di aver realizzato inaspettatamente il sogno più grande della mia vita, posso porre fine alle mie sofferenze terrene, in piena serenità e grazie all’aiuto degli amici Polasacra e Mussi e con il contributo del fido Toren che mi ha assistito sia nel 1968, durante l'esperimento che ti ha fatto nascere, sia negli ultimi anni della mia malattia, ma che soprattutto ha creato i presupposti per farmi incontrare con te coinvolgendo per il mio appello televisivo proprio la tua collega di lavoro Betty Foster.
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Kurt Polasacra, poco prima dei tuoi tre anni, aveva scoperto il segreto di quel prodotto immunizzante che non ero riuscito a realizzare prima della tua nascita, ed era stato in grado di iniettarlo nel tuo corpo, rendendoti protetto da quella sorta di rigetto genetico che temevo potessi subire intorno al tuo quarantesimo anno.
Eri quindi salvo già da molto tempo, ma io l’ho scoperto solo ora che ho rivisto il caro amico Polasacra, dopo tanti anni.
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Prima di abbracciarti virtualmente per l’ultima volta, voglio dirti una cosa che spero possa portare un po’ di luce nel tenebroso insieme di dubbi che sicuramente affligge la tua anima, dopo una scoperta del genere che ha stravolto tutti i ricordi e le certezze della tua vita.
E’ vero che nella fase iniziale del mio progetto tutta la mia attenzione e il mio ardore erano diretti al successo scientifico della mia iniziativa, ma vedendoti crescere al di là del vetro di quella macchina ho iniziato a provare tutte quelle sensazioni che solo un padre può sentire dentro di sé.
Purtroppo temo che tu possa interpretare questo mio profondo sentimento come puro egocentrismo, come banale affezione per me stesso in considerazione dell’iniziale clonazione di una mia cellula, ma ti giuro, e lo faccio con tutta la forza e l’impegno che ho messo in campo per farti nascere, che il mio amore esula totalmente dalla scienza e da qualsiasi attaccamento al mio ego. Ho capito in tutti questi anni, e in conseguenza della tua assenza, che quel brivido di gioia e quella dolce felicità che ho provato nell’abbracciarti per la prima volta guardandoti negli occhi era l’amore di un padre per il proprio figlio, emozione troppo intensa e profonda per essere comparata a sciocca esultanza per la riuscita di un esperimento scientifico.
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(cliccate sull'immagine per
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Il mio amore per la scienza, in quel momento, si è dissolto nel nulla, è sparito per sempre come cenere nel vento. Non esisteva più nel mio animo quel desiderio di supremazia intellettuale, quella voglia di conoscenza distorta dai miei studi e dalla mia ricerca in una sorta di mostro assetato di successo. La vera chimera era il desiderio di popolarità, di trionfo scientifico, di consenso e rispetto in ambito professionale, in quell’attimo di immensa felicità avevo capito che la chimera non eri tu. Ora me ne vado via sereno, ti ho rivisto, ho constatato che sei l’uomo che avevo sognato potessi essere, ho provato la gioia che un vecchio padre sente quando vede dinanzi a sé il proprio figlio nel pieno della maturità e della sua forza vitale, quando sa di poter passare senza incertezze il proprio testimone ad una creatura che ne garantirà la rappresentanza nella vita e su questo benedetto pianeta che ha tanto bisogno di gente così … come te. Ciao Richard, tuo padre ti abbraccia per l’ultima volta, ma per sempre.
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Concludo il mio racconto dei fatti in questa sera del 21 dicembre 2012, lasciando in eredità questo testo all’amico Franco Sereni, che appunterà di seguito le future evoluzioni di questa storia.
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