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GLI
ARTISTI DI PITTORICA - sesta edizione - SCENARI CONTEMPORANEI |
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Recensione di Francesco M. Scorsone |
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Fino al 24 novembre 2013 è visitabile la
mostra: “Gli Artisti di Pittorica – Scenari contemporanei”
alla Real Fonderia in Piazza Fonderia a Palermo. La
struttura comunale, recentemente restaurata e allestita in
modo adeguato a spazio espositivo, è stata messa a
disposizione dell’Associazione Pittorica al fine di
presentare, sia pure per un brevissimo periodo (circa 10 gg.)
i lavori dei 20 autori. Le opere sono incentrate sugli
scenari contemporanei in termini di cambiamenti climatici
(dovuti in massima parte sia all’evoluzione del pianeta come
alla schizofrenia degli uomini), agli arrivismi, ai poteri
forti delle società finanziarie, alle pericolosissime
agenzie di rating americane, alla supremazia delle nazioni;
ultimi in ordine di data sono i fatti delle trivellazioni
russe nel parco nazionale dell’Artico ma potremmo parlare
dei danni all’ecosistema dovuti alla caccia alle balene da
parte dei giapponesi, alle pale eoliche - veri e propri
ecomostri - alle trivellazioni petrolifere sconsiderate nel
bacino mediorientale, così come alle grandi navi da crociera
che solcano i mari ammorbandoli in modo irreversibile con i
rifiuti organici dei passeggeri. Vale la pena ricordare che
i pesci usano mangiare ciò che il mare produce. Non
dimentichiamoci del proverbio: “pesce grande mangia pesce
piccolo” quindi il mare non ha bisogno dei biscotti, delle
molliche, delle bucce e di tutti quei prodotti che, si dice,
non inquinano ma di fatto inquinano. Nel Pacifico c’è
un’isola chiamata “Pacific Trash Vortex”, peraltro non è
l’unica, nel medesimo oceano ce ne sono cinque, che si è
formata con i rifiuti plastici trascinati dalle correnti
oceaniche di dimensioni ragguardevolissime; la più grande è
stata stimata che misuri oltre 700.000 km₂. Sono cifre da
capogiro. Immense petroliere giornalmente affrontano i mari
in tempesta con conseguenze a volte veramente disastrose:
basti pensare al disastro della Torrey Canyon che riversò in
mare 120.000 tonnellate di greggio o l’incidente al largo
della Louisiana nel Golfo del Messico, un mare di petroli
senza fine o il disastro della centrale atomica di Cernobyl
e ancora Fukujma e poi le Filippine con il tifone Haiyan per
non parlare dei terremoti, delle deportazioni di massa, dei
campi profughi, dei focolai di guerra in ogni angolo della
terra. Ogni giorno si registrano nel pianeta migliaia di
nefandezze commesse dall’uomo che, per la ricchezza
materiale, sta distruggendo la terra.
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A poco servono gli appelli dell’UNESCO
quando
non sono seguiti da interventi sul campo. Non può certamente
essere affidato ad un gruppo di volenterosi che
autonomamente e senza interventi esterni cercano fortemente
di denunciare procedendo purtroppo in ordine sparso, i mali
di un ecosistema vicino al collasso.
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Non è il caso dubitare della buona fede degli
artisti che si sono uniti sotto la direzione artistica di
Pittorica e del suo presidente, la validissima e attivissima
Teresa Ferlisi, per denunciare, attraverso le loro opere
(molte delle quali hanno centrato sotto il profilo estetico
il tema della mostra) ma basterà se poi tutto ciò non
servirà a scuotere le coscienze? Ipotesi molto possibile. Ma
è della mostra e di ciò che abbiamo visto che siamo chiamati
a scrivere. Ottimi sono i lavori di Tiziana Viola Massa
costretta dal suo bambino a riflettere su cosa gli stiamo
riservando per l’avvenire (oltre i tralicci e le ciminiere
una palla di vetro ti lascerò), di Angelo Denaro e i sili di
una centrale nucleare tedesca. Un’opera certamente di
denuncia contro l’estremismo del nucleare, realizzata nel
1991 e quasi irriconoscibile se non fosse per la sua “nota”
caratteristica o la deturpazione, ma non solo, del paesaggio
causata dalle pale eoliche nell’opera di Anna Torregrossa e
ancora “l’odore” di morte per asfissia che “emana” l’opera
di Antonella Affronti, maschere antigas a coprire volti che
tali non sono più. Teschi spolpati da vermi, da fumi
tossici, disidratati dalla forte escursione termica di una
esplosione nucleare. Certamente opere che in qualche modo
hanno una loro valenza di denuncia. Mi colpisce la
deportazione di una interminabile colonna di donne Afgane
sotto lo sguardo vigile di un soldato dell’alleanza di
Sergio Figuccia: l’opera “Passaggio a Parwan” del 2009 è la
triste conseguenza di una guerra iniziata da Bush per motivi
economici delle grandi compagnie petrolifere e che non
finirà neanche sotto il secondo mandato di Obama malgrado
gli impegni in campagna elettorale. Le bugie della politica
forse fanno male tanto quanto la guerra e noi italiani che
viviamo momenti difficili ne sappiamo qualcosa. Ma questo è
un altro tristissimo discorso sulle guerre “dimenticate”
sullo spread che sta affossando di debiti i paesi come il
Portogallo, la Spagna, l’Italia, la Grecia etc.. La mostra è
completata dalle opere di: Salvatore Anzalone, Marisa
Battaglia, del duo Costanzo-Pintaudi, Dario Di Vincenzo,
Liliana Errera, Rita Gambino, Caterina Lala, Pino Manzella,
Antonietta Mazzamuto, Giuseppe Muliello, Sergio Orlando,
Maria Giovanna Peri, Maria Laura Riccobono, Vincenzo
Verderosa.
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Va sottolineata infine la proiezione di
fotografie di Giuseppe Nuccio il cui reportage sui diversi
aspetti della realtà monumentale del nostro paese viene
decontestualizzata e ricollocata in ambienti altri. Una
ottima capacità tecnica, immagini molto accattivanti ma
forse non abbastanza coinvolgenti per la gravità del tema.
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Palermo li,
18.11.2013
Francesco M. Scorsone
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