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La
cultura siciliana radicata al cattolicesimo e al “Santo
protettore”, ha influito sulle forme da attribuire al
fischietto di ceramica (ciò lascia pensare a un motivo
economico), questo è vero perché si ritrovano forme di Santi
venerati in altre città, e sono assenti a Caltagirone, come
il San Michele fischietto. Il nome più antico che si possa
trovare, legato al nome del fischietto a Caltagirone è
quello di Leone, ma dove apprese la tecnica o a chi si
ispirò, ad oggi non c’è noto. Con la morte di Leone e poi
di Salvatore Cardello artigiano che promuoveva il
fischietto di ceramica a Caltagirone, organizzando mostre a
tema annuali dove partecipavano anche artisti
internazionali, questo oggetto è andato scomparendo e non
solo a Caltagirone. Forse anche per la complessità non
semplice di realizzazione, ed hanno preferito ripiegare la
loro manodopera in articoli più semplici e meno costosi per
potere ricavare un maggiore guadagno come la copiatura di
oggetti.
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Caltagirone è sinonimo di
ceramica in Sicilia e nel mondo. Ogni angolo di questa
incantevole cittadina ha i toni caldi e multicolori della
sua ceramica. In questi giorni e fino al 2 giugno con un
itinerario turistico inconsueto, vi è per le vie della città
un’ esposizione, dove i nomi di artigiani-artisti, ai più
sconosciuti, prendono il posto dei grandi nomi che riempiono
le pagine dei libri d’arte, dove i monumenti e le chiese
vengono messe da parte per dare spazio a piccoli strumenti
in terracotta, “un giocattolo”. Quasi un gioco, dunque, per
proporre l’attenzione ad un prodotto: “il fischietto di
terracotta”, da sempre considerato giocattolo povero, senza
pretese artistiche e di poca importanza fatto di argilla
grezza e molto colorata da regalare ai bambini in un giorno
di festa.
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Oggi, dopo anni di assenza, la
Galleria “Luigi Sturzo” di Caltagirone ospita la mostra del
fischietto in terracotta.
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E’ aperta a tutti coloro che
presentano opere inedite e ha come obiettivo quello di
richiamarsi alla tradizione calatina, celebrando l’arrivo
della primavera attraverso varie tecniche di cottura e di
decorazione per consentire a ceramisti, artisti e studenti
di esprimersi attraverso il linguaggio dell’arte.
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I ceramisti aderenti
all’iniziativa sono: Antonio Barletta, Fabrizio Brillantino,
Irene Cabibbo, Maurizio Cataldo, Giuseppe Coffano, Ceramiche
Cocuzza, Vincenzo Forgia, Santa Grimaldi, Mario Milazzo,
Nicolò Morales, Antonino Navanzino, Filippo Romano,
Michelangela Sammartino, Ceramiche SIL.VA., Riccardo
Varsallona, Vincenzo Velardita, Giacomo Venniro, oltre gli
studenti, del Liceo Artistico di Caltagirone, le sezioni
della Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo
“Giovanni Pascoli” e dell’Istituto Comprensivo “Vittorino Da
Feltre”.
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Spiega Omar Gelsomino,
presidente dell’Associazione Culturale Terra Erea: “Abbiamo
voluto riproporre la mostra del fischietto perché non si
perdesse una delle nostre tradizioni, da qui anche il titolo
“Il ritorno della primavera”. A tal proposito oltre ai
ceramisti e gli artisti abbiamo voluto coinvolgere anche le
scuole, affinché gli studenti conoscano le nostre radici
culturali con l’intenzione di far diventare questa mostra
una mostra itinerante”.
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La mostra del fischietto di
terracotta è stata realizzata dall’Associazione Culturale
“Terra Erea” in collaborazione con i Musei Civici e il
patrocinio del Comune di Caltagirone, presso la Galleria
Luigi Sturzo di Caltagirone, visitabile tutti i giorni
dalle 9 alle 21 con ingresso gratuito fino al 2 giugno.
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Anna Scorsone
Alessandri - marzo 2014
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