|
|
|
|
|
|
- “Cibo
e Tradizione”
- Una
mostra per i buongustai
|
-
-
- Le
fotografie del cibo rappresentano un vero e proprio genere
autonomo in grado di produrre molteplici e variegati esempi di
still- life fotografici, realizzati con una grande cura estetica
da abili professionisti che, ricorrendo
alla tecnica e all’esperienza acquisita, giocano con le luci e
propongono audaci accostamenti di forme e colori per catturare il
fascino degli alimenti.
- Prodotti
tipici e specialità prelibate non sono sfuggite all’obiettivo
dei tre poliedrici artisti che, nei saloni al piano nobile dello
storico Palazzo Cutò, espongono
il risultato dei rispettivi lavori. Le maggiori passioni di Angelo Restivo sono sempre state la fotografia e il collezionismo,
mentre Angelo Chiello
affianca all’attività commerciale varie esperienze didattiche,
il terzo, il giovane Maurizio
Durante, ha prodotto anche un video, che viene proiettato, per
documentare la preparazione dell’autentico ed inconfondibile
sfincione bagherese.
- Come
tutte le arti visive, la fotografia è destinata a trasmettere
emozioni nel momento in cui viene osservata, rendendo possibile,
nella fattispecie, cogliere l’appetibilità di un alimento
attraverso il suo aspetto estetico, capace di evocare
contemporaneamente gusti e sapori particolarmente gradevoli.
- Generalmente
la preparazione di una vivanda destinata al set fotografico è
molto diversa per grado di cottura, ingredienti e presentazione
rispetto a quella consumata durante il pranzo, in quanto non dovrà
soddisfare il palato, ma comporre una immagine “bella da
vedere”. Osservando, invece, le fotografie esposte a Bagheria
nell’ambito della mostra “Cibo
e Tradizione”, il visitatore può accorgersi dell’assenza
di qualsiasi accorgimento artificioso, infatti la loro
caratteristica risiede nell’assoluto realismo delle immagini
delle pietanze fintantoché non sono pronte ad essere assaggiate.
- Talvolta
accade che la rappresentazione dell’aspetto estetico di un
piatto sia più importante del piatto stesso, pertanto, già nel
1984, sulle pagine del libro “Female
Desire- Women’s”, fu coniato il termine “food-porn”
per definire il “voyerismo del cibo”, una sorta di innocua
perversione.
- Anche
se è vero che la fotografia viene scattata per essere ammirata,
mentre una pietanza viene cucinata per venire mangiata,
è altrettanto vero che dalla sinergia tra la natura così
diversa delle due materie scaturisce una particolare capacità di
coinvolgimento emotivo.
- La
scelta di trovare un punto di ripresa laterale ed abbastanza
ravvicinato ha permesso ai fotografi bagheresi di raccontare
qualcosa di più delle proprietà e della preparazione di una
pietanza, rispetto al consueto piatto colmo di minestra visto
dall’alto ed utilizzato per le generiche illustrazioni dei libri
di ricette.
- Per
l’argomento individuato, la mostra si inserisce nel dilagante
filone gastronomico che imperversa da qualche tempo sia nel
settore artistico e letterario che in varie forme di spettacolo e
perfino in occasione dell’Esposizione Universale, per la quale
è stato scelto come tema conduttore proprio l’alimentazione.
L’aspetto più originale trasmesso dai lavori esposti
all’interno di Villa Aragona Cutò consiste nel mettere in
evidenza che il cibo rappresenta una parte importante del
patrimonio culturale di un territorio e delle tradizioni di coloro
che vi abitano. Dopotutto, può anche essere vero che, come
sosteneva il filosofo tedesco Feuerbach,
«l’uomo è ciò che mangia».
- Al
di là di qualche prevedibile esagerazione folkloristica, dalle più
di quaranta stampe a colori inedite emergono gli elementi
etno-antropologici tipici della nostra appassionante ed
antichissima cultura popolare.
- L’evento
espositivo, che rientra negli interessanti progetti dei dinamici
componenti del Sistema
Bagheria, nonostante gli sforzi organizzativi sostenuti da più
parti, non è
stato compreso nel programma della quarta edizione della Settimana
delle Culture. Hanno contribuito alla realizzazione della
manifestazione il Lions Club ed il Comune di Bagheria oltre ad alcune importanti ditte
del settore eno-gastronomico.
- La
mostra fotografica “Cibo e Tradizione” allestita nei locali di
Palazzo Cutò, sito in via Consolare a Bagheria, propone le opere
di Angelo Restivo, Angelo Chiello e Maurizio Durante e rimarrà
aperta al pubblico dall’11 al 17 maggio dalle ore 9.00 alle ore
13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00. L’ingresso è libero.
- Andrea di
Napoli
-
|
|
|
SICILIANE
-
Da circa un
anno Villa Aragona Cutò, a Bagheria, è sede di interessanti mostre.
L’ultima ospitata è “Siciliane”.
L’esposizione, dal titolo decisamente impegnativo, è nata da un’idea
di Filli Cusenza che ha riunito le opere di venti artiste, che
lavorano o hanno lavorato in Sicilia a partire dalla seconda metà del
Novecento, offrendo un piccolo spaccato di quello che è oggi la
condizione della donna nel mondo
dell’arte, soprattutto in questa regione.
- Carla
Accardi, Lia Pasqualino Noto e Maria
Pennisi Leonardi rappresentano la nostra storia recente e a loro è
stata dedicata una saletta a parte.
- Esiguo il numero delle opere presenti in mostra
ma esigui anche gli spazi che non ne hanno consentito una presenza
maggiore.
- In un percorso che si snoda tra l’atrio, le
scale, il corridoio e le due sale espositive, sono disseminate le
opere di Giuseppina Riggi, Filli Cusenza, Elisabeth Kreienbuhl, Dina
Viglianisi, Elsa Emmy, Francesca Borgia, Carmela Corsitto, Sonia
Alvarez, Anne Clémence De Grolée, Anna Guillot, Nelida Mendoza,
Rossella Leone, Donatella Polizzi, Hilde Margani, Matilde Anversa,
Rachele
Fichera, Valeria Troja.
- Generi diversi, temperamenti differenti, età
differenti ma con una grande determinazione nel fare pittura e nel
perseguire la difficile strada dell’arte senza lasciarsi distogliere
da quello che è la vita reale.
La mostra tenta di portare in primo piano il lavoro costante di alcune
artiste che sono riuscite a farsi strada in un mondo prevalentemente
maschile.
- Non un ritorno al femminismo ma semplicemente
un omaggio e un riconoscimento al valore artistico e alla capacità
produttiva di una categoria che è sempre stata vista con diffidenza,
sia dai colleghi sia, in generale, da molti operatori culturali.
- “Quando mi sono attivata per questa ricerca “,
scrive Filli Cusenza in catalogo,”ho sentito la necessità di
confrontarmi con le artiste che conoscevo e con le quali avevo già
avuto delle esperienze di mostre fatte insieme. Ci accomunavano tante
cose: prime tra tutte le mille difficoltà dovute alla condizione di
madre e moglie, e della continua lotta con il tempo tolto alla
famiglia. In questo ruolo di artista, sempre in cerca di occasioni,
all’inseguimento del sogno dell’affermazione, che ti spinge spesso a
pensare di volerti trasferire là dove le realtà sono più congeniali”.
Le opere esposte abbracciano molteplici temi ma quello che
prepotentemente salta all’occhio è quello riguardante la
rielaborazione del corpo e dei sensi.
- Brandelli di stoffa, colori accecanti o
etereamente sfumati, immagini digitali, icone sezionate, materiali
eterogenei riempiono gli spazi, in un ribollire di sensazioni e di
forme, invadendo l’ambiente e dilagando fin quasi al portone di
ingresso.
- Immagine simbolo di questa mostra è una bella
foto realizzata da Mimmo Pintacuda.
- Purtroppo l’inadeguatezza dello spazio
espositivo non permette di apprezzare a pieno le opere.
- La mostra, inaugurata il 29 marzo, è aperta
fino al 21 aprile tutti i giorni dalle 9.30 alle
13.00 e dal martedì al venerdì dalle 15.30 alle 18.30.
|
|
Invia questa
pagina ad un amico |
|
|