Francesca di
Carpinello – Araldica
La sala pompeiana
del Teatro Politeama, nel cuore della città di Palermo, ha
accolto dal 12 al 31 ottobre 2004 una mostra antologica di
Francesca di Carpinello. La pittrice palermitana ha presentato
trentadue oper, alcune delle quali di grandi dimensioni,
soprattutto oli e tempere su carta. Questa volta si è servita di
una sua invenzione pittorica per far risaltare le composizioni. Ha
scelto il fondo oro che esplode dai margini, illumina il dipinto e
gli dà luce maggiore. Una risorsa in più per dare spessore
all’imagine, chiuderla in un cerchio magico, dare ad essa i
connotati di una testimonianza araldica.
“Araldica” è
infatti il titolo della mostra curata da Aurelio Pes e organizzata
congiuntamente dall’Assessorato ai Beni Culturali della Regione
e dal Comune di Palermo.
Ancora una volta
al centro della pittura di Francesca di Carpinello c’è la
Sicilia, una Sicilia solare e mediterranea che l’artista, da
autentica ambasciatrice d’arte, porta da anni in giro per il
mondo esponendo in istituti italiani di cultura all’estero e in
università d’Europa e d’America.
In un intreccio di
fantasia e di memoria, questa pittura diventa luogo di miti ed
estrema testimonianza di un mondo perduto. Una premessa, questa,
necessaria per accostarsi ai dipinti, per gustare il significato
dell’uccello ricco di piume variopinte o il significato e la
genesi dell’uccello del Paradiso che emerge da una tempera
coloratissima con la grazia di una raffinata stampa giapponese.
Ecco dunque le aquile reali, sorprese in un cielo corrusco, o le
bianche colombe, messaggere di buona novella.
Tra i dipinti, il
vecchio ulivo, dal tronco nodoso e carico fronde delle Madonie, e
le trionfali composizioni con frutta colorata e conchiglie
iridescenti. E anche le arance dalle larghe foglie tra papaveri e
glicini. A volte nel foglio appare un bianco cavallo alato pronto
a librarsi come una creatura della mitologia.
Giuseppe Quatriglio
|