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CAFFE' LETTERARIO
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Via XXVII luglio 110/112
(tel 090 2006135) - Messina
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ROMANTICISMO E
PROTOROMANTICISMO NELL’ARTE DI CAROLA
“Nessun viaggio è definitivo” (José Saramago) |
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Carol è il nome di un soave canto medievale, elisabettiano, che
si diffuse durante il periodo dell’Avvento ed ebbe gran fortuna
nei secoli scorsi, come canto di Natale. Caròla, invece, ci
conduce ad un dolce, grazioso ed antico ballo popolare che si
esegue in cerchio…. La nostra pittrice Carola, pertanto, evoca,
già col suo stesso nome, atmosfere soavi, antiche, romantiche e
protoromantiche, attraverso le sue opere che alternano un
elegante stile impressionista - alla Monet di Giverny - a quello
figurativo, maggiormente descrittivo, con citazioni legate alla
memoria storica dei luoghi, prustianamente e magicamente
rivissuti dall’artista.
Il tema del Viaggio è il fil rouge che lega Carola alle sue
opere; un triplice viaggio si compie: quello onirico e quello
tratto dai suoi reali“appunti di viaggio”, da un lato; il terzo
aspetto, invece, è legato al simbolico viaggio che si consuma e
si perde, sul canovaccio delle sue tele, lungo i meandri della
memoria storica personale laddove Carola ritrova se stessa, i
luoghi della sua infanzia. La sua pittura è un rituffarsi nei
mitici e leggendari viaggi consumati in Oriente, tra giardini
incantati di templi indù o, ancora, affonda le sue radici tra
miti e leggende mediterranee, tra Tindari ed i boschi dei
Nebrodi che si caricano di fiabesche atmosfere naives, rivestiti
di calde cromìe.
La tavolozza della sensibile pittrice non poteva che essere
composta, prevalentemente, da nuances giocate nella gamma delle
tinte pastello, tra il delicato colore “rosa Carola” (un rosa
che denuncia, nella nostra cultura, un delicato animo declinato
al femminile) ed un “celeste Carola” che evidenzia
determinazione, caparbietà, forza, coraggio, attraverso un
colore che, da sempre, è stato appannaggio del mondo maschile.
Carola ama ed adotta anche le tinte forti ed accese; vira tra il
rosso e nero, colori che denunciano la sua appartenenza alla
cultura Mediterranea ma che sono, a volte, mirabilmente e
volutamente “appannati” da funzionali brume, da nebbie quasi
nordiche, che alludono a quel suo citato mondo onirico, vissuto
con forte intensità e tradotto in pittura con eleganza… Una
spiccata sensibilità poetica accompagna la produzione artistica
della pittrice messinese, le cui opere sono pervase da una
struggente nostalgia, da considerarsi, come in Brasile,
“dolcezza malinconica”, quella di chi ha intensamente vissuto la
sua vita con intenso amore per la natura alla quale, oggi, si
vuol rendere il giusto omaggio.
Carola Fazio: pittrice, docente, dipinge, sin da piccola,
mostrando talento, amore e passione.
Solo adesso, in congedo pensionistico, espone le sue opere al
pubblico, in questa Personale del giorno 11 Dicembre che è già
un successo, sin dalle prime sortite pubblicitarie dell’evento.
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Maria Teresa Prestigiacomo
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MOSTRA PERSONALE DI NANNI ROMANO
Messina 20-30 DICEMBRE 2009
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“Che
cosa non è un viaggio?...Coincide con la vita…Un passaggio
dalla nascita alla morte, il passaggio nel tempo, il
cambiamento interiore; tutto è un viaggio: “: scrive Todorov,
ne “ Le morali della Storia”. Il maestro campano evoca, con
le sue opere, il profondo messaggio dell’autore che compie
un viaggio universale senza tempo, né spazio, senza banali
citazioni al Mediterraneo, se non nella solarità della sua
tavolozza che, per contrasto, canta la solitudine dell’uomo,
travagliato da ansie ed angosce esistenziali, “ climatiche”,
su uno sfondo apocalittico che lascia intravedere solo
qualche spiraglio di luce. Un impianto scenografico, quello
di Romano, che ricorda De Chirico ed evoca Dalì, per
l’inventiva ed il genio fecondo, creativo.
La sua pittura denuncia i misfatti dell’uomo compiuti ai
danni del suo habitat; essa mira a far sì che possa essere
recuperato il rapporto dell’uomo con la realtà, affermando
la relazione intima tra Uomo e Natura, come summa di valori
e di civiltà. Spirito libero, Nanni, così vuol essere
chiamato, ama gli ampi spazi le aperture panoramiche e le
vastità delle pianure con i leopardiani Infiniti oltre le
siepi, senza confini.
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La
sua pittura ci parla dei timori dell’uomo contemporaneo
destinato a vivere l’annunciato processo di
desertificazione, anche in senso metaforico, nel deserto
quasimodiano dell’anima. Le sue opere, espressioni
dell’atteggiamento contemplativo e di raccoglimento
dell’autore, vivono, tecnicamente, di luce propria; sono
caratterizzate da uno stile conciso, ovvero da un’efficace
capacità di sintesi. Luoghi e memorie storiche della vita
dell’artista appaiono rivissute in chiave poetico-teatrale e
psico-onirica, fellinianamente trattate, per gravitare in
un’atmosfera misteriosa, intrigante, arcana, in cui l’anima
dell’artista, i suoi sentimenti, il suo amore traspaiono
sempre…E nell’arte, il “viaggio”, come metafora di vita,
continua sempre, non è mai definitivo e, come l’Ulisse
Dantesco, Nanni Romano si perde nell’illimitato…
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Maria Teresa Prestigiacomo
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