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Al Castello La Grua di Carini
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L’altra arte
Una
mostra d’arte dovrebbe avere delle caratteristiche molto precise. L’ente
pubblico o privato che sia nel fare una scelta in ordine alle richieste
che gli sono pervenute sia da privati cittadini, ma anche da artisti,
direttori artistici, curatori e/o da quanti a diverso titolo hanno
capacità di realizzare un evento o una mostra, dovrebbe chiamare quanti,
per esperienza, siano in grado di mettere in cantiere la loro
conoscenza, la capacità di assemblare le diverse anime dell’arte
realizzando un prodotto artistico di qualità. Tutto ciò oggi, tranne per
casi eccezionali, si fa molta fatica a distinguerlo. In una mostra (in
particolare se è realizzata in un luogo “pubblico”), sono sempre più
frequenti le associazioni e gli esperti che si propongono come tali. Uno
dei casi che ho avuto modo di verificare in questi giorni è la mostra
allestita presso il Castello La Grua di Carini (quello della Baronessa
di Carini). L’esempio più macroscopico di che cosa è capace l’uomo con
le proprie frenesie dell’apparire e del mettersi in mostra, è stato
realizzato in una collettiva con 44 pittori (come i gatti della nota
canzoncina dello Zecchino d’oro di qualche anno fa) al piano nobile del
Castello La Grua. Nelle stanze del primo piano del Castello fanno “bella
mostra” circa 90 quadri di diversi autori dai più noti come Giuseppe
Migneco, Gianbecchina, Totò Bonanno, Saverio Terruso (peraltro ahimè
tutti deceduti) a firme meno note che, assieme a quelle di illustri
sconosciuti, violentano, appesi ad orribili pannelli (quando è
possibile) o a transenne realizzate alla buona (come si è detto), le
stanze nobili del Castello. Si susseguono i lavori dal segno grafico e
pittorico nitidi di Franco Iraci, un sempre più riconoscibile e
immutabile nelle sue scelte artistiche Franco Lo Cascio, l’accattivante
pittura di Giuseppe Fell, il senso astratto geometrico della pittura di
Lorenzo Barraco, quella di Toti Lombardo la quale mi ricorda tanto Afro
e poi i lavori di Pippo Ragonesi, Nino Gambino, Nunzio Bruno, la procace
mamma che allatta di Carmen Crisafulli e le ancor giovani pittrici
Luciana Lutri e Maura Cusimano ex allieve del Liceo Artistico “E.
Catalano” (chissà cosa ne penserebbe il Maestro della loro pittura).
Citarli tutti è pressoché impossibile, non servirebbe. E mentre passo
di stanza in stanza da solo (gli accompagnatori sono troppo impegnati a
parlare fra loro per pensare di dare una sbirciata a quello che sto
facendo), mi torna alla mente quando qualche anno addietro visitai le
stesse stanze, nude, senza arredi, senza che niente potesse violentare
quegli spazi sapientemente affrescati che avevano sicuramente contenuto
mobili, arredi, tappeti, quadri importanti, in altri termini tutto
quello che era possibile pensare per una famiglia come i La Grua,
Signori di Carini. Rivederle adesso è stata una pena. Lungo il percorso
incontro un paio di persone che si lamentano perché non hanno una guida
alla visita del Castello e mi portano ad esempio la disponibilità e la
gentilezza delle guide di Marineo. Rifletto, mentre scrivo, e mi domando
con molta franchezza: ma perché la mostra non è stata allestita al piano
terra del Castello dove esiste un magnifico salone che dovrebbe essere
adibito per gli appuntamenti di questo tipo? Quali meccanismi hanno
indotto i pubblici amministratori a concedere l’autorizzazione ad
esporre nel piano nobile una mostra, che durerà circa due mesi (si
concluderà il 1° settembre), discutibile sul piano estetico, senza
catalogo, senza una brochure, senza un titolo e senza un itinerario? In
uno spazio che meriterebbe essere assaporato immergendosi e respirando
gli echi degli antichi sfarzi e magari anche le grida di aiuto della
baronessa mentre stava per essere giustiziata dal suo assassino? Ma
forse è una pretesa troppo grande per chi come me si interessa sempre
meno alla politica. Nella vita ci sono valori che spesso la politica, in
nome di non so quale dio, calpesta.
La
mostra come si è detto chiuderà il 1° settembre 2006. Orari: da martedì
a domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, lunedì
chiuso. Ingresso € 2,00
Marcello Scorsone
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