ESPOSIZIONI  ITINERANTI  ALL'ESTERO
 
 

 

"Giovanni Francesco Paolo Madonia"

"Per aspera ad astra"

in SPAGNA e PORTOGALLO

 
I paesaggi di Giovanni Francesco Paolo Madonia in una mostra itinerante dal 2 luglio al 15 ottobre 2008. Tappa a Barcellona, Lisbona e Madrid.
L'esposizione "Per Aspera ad Astra" comprende circa 40 pezzi, eseguiti dal 2005 ad oggi. Tutte le opere sono realizzate con il metodo della combustione, su un supporto di frassite. Promuove la Provincia Regionale di Palermo.
 

Per aspera ad astra

Le concrezioni materiche, i pigmenti combusti, le ricorrenti scabrosità delle stesure testimoniano d’un fremito ideativo non confinabile nelle angustie della figurazione classica.
La scelta astrattista di Giovan Francesco Paolo Madonia nasce, per tanto, da una dichiarata insofferenza verso lessici vissuti come griglie troppo rigide ed anaelastiche, e in quanto tali del tutto incapaci di condensare al meglio l’acre distillato dell’interiorità.
Eppure, classificare il gesto artistico di Madonia come semplice “informale materico” significherebbe incorrere in una tassonomia ovvia e un po’ schematica, di certo non in grado di esaurire pienamente la complessità immaginifica sottesa al suo operato.
L’insistita polimatericità dei suoi dipinti, l’alternarsi di aggetti più o meno prominenti, l’estroflessa plasticità che quindi anima le superfici dei supporti, il lavico coagularsi dei pigmenti sotto l’incedere dell’azione combustiva, tutto concorre a rimarcare una consapevole progettualità che, pur nell’inesausto anelito alla ricerca, rifugge da improvvisazioni estemporanee e non sufficientemente cogitate, muovendo piuttosto nell’obbligata direzione d’un fare palesemente e inequivocabilmente pausato e riflessivo. Nessun “furor dionisiaco”, dunque, nessuna trance “medianico-creativa”, nessun “dripping” incontrollato da “trip psicotropico”, bensì un’ideazione attenta e meditata, che pare procedere per sedimentazione di immagini ed emozioni, poi trasfigurate e tradotte con un approccio di speculativa e lucidissima sperimentazione.
Non è un caso, quindi, che in riferimento alla sua arte si sia giustamente parlato di <<lucida consapevolezza delle tante ombre nel cammino, di memorie ancestrali da dipanare, di caverne da esplorare e di labirinti dai quali fuoriuscire>>, come a testimoniare la percepibile evidenza d’un iter accidentato – tanto umano, quanto artistico – che infine si ricompone scientemente nella simbolica e concreta asperità delle stesure. Asperità che non nega, nonostante la palese inclinazione per l’informale, il permanere di suggestioni e reliquati di figuratività; ma che anzi pare esaltarne la valenza fantasmatica di evocazioni mnemoniche, affioranti dal grumo scuro dei vissuti attraverso un percorso che ne preveda la progressiva abrasione d’ogni vana ridondanza, fino alla radicale enucleazione dei contenuti più intimi e profondi.
Ne consegue che tracce di paesaggi e di vedute, forse portato di pregresse esperienze personali (il nostro pittore è originario di San Giuseppe Jato) o semplicemente frutto di vivida immaginazione, finiscano col baluginare qui e là nella sofferta e tormentata resa dei materiali, restituendo all’osservatore visioni dipanate su quel labile confine che separa il dilavato ricordo dalla franca allucinazione. E tutto ciò, senza mai indulgere a liquorosità affettive ed a liquidità pittoriche, ma sempre con un’attitudine – per così dire – costruttiva, nella quale l’aspetto “fabbrile-efestino” è del tutto preminente, quasi a ribadire la predetta (e imprescindibile) natura “progettuale” che sta a monte d’ogni vero gesto artistico.
Così facendo, Giovan Francesco Paolo Madonia rinverdisce non soltanto la componente manuale del fare arte, ma soprattutto la sua natura “alchemica” (e non solo per le tecniche adottate) ed il suo essere un procedere “per aspera ad astra”, grazie al quale la mera sensazione ottica, elaborata nelle traiettorie neurali oculo-corticali, diviene, come per “iniziatica magia”, una pura proiezione di soggettività. Ed è proprio in questo crogiolo, in cui il dato sensoriale si coniuga con l’emozione fino a tradursi in sentimento cognitivamente compiuto e definito, che ribolle e si conforma la magmatica poetica di Madonia.
Poetica dalle declinazioni tipicamente “ctonie” e “vulcaniche”, la cui dirompente vis ottica (al contempo“esotericamente insulare” ed “essotericamente universale”)  tuttavia mai rinnega, ma anzi conferma, l’incorrotto ruolo demiurgico dell’artista contemporaneo.
 

 

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