OPEN  ART  GALLERY

Milano

 
LINO TARDIA E I FENICI
  Il “Viaggio con i fenici” di Lino Tardia  continua, con inoppugnabile energia, il suo percorso. Ora, ancor più testimoniato da un manipolo denso di opere recenti. Enrico Mascelloni nel suo ‘viaggio nella pittura’, sottolinea come “Tardia, formatosi a ridosso del realismo acre, potente, carico di materia, già fortemente esistenziale di Guttuso, allontanandosi poi  dal disimpegno formale dei realisti più didascalici, quindi da Guttuso stesso, ha incrociato quasi naturalmente una pittura che voleva caricarsi di un’intensa emozionalità senza nulla cedere di quella profonda riflessione formale che il realismo del secondo dopoguerra aveva trascurato”. D’altronde, come avemmo a notare per precedenti rassegne antologiche, le visioni di Tardia si riflettono in forma di tagli sull’epidermide della tela fino quasi ad inciderne l’anima. Lo squarcio aperto attraverso gli umori pittorici appare costellato da un flusso continuo de segnali notturni: la luce, fascio selenico mosso dalle leve acquee delle maree, separa, su due fronti, il mondo celeste da quello marino mostrandosi, per altro, fortemente commisto alle terre. Lino Tardia, classe 1938, frequenta e si forma con i maestri Renato Guttuso e Saro Mirabella. Inizia nel 1955 la sua attività espositiva, mutando, negli anni Sessanta, il suo realismo nella pratica informale e, infine, dopo l’incontro con Bacon, riversando le sue tensioni tra le incidenti pieghe della ‘nuova figurazione’. Ecco, oggi tutto questo, con riconquistata pregnanza, trova ulteriore sostanza nell’occhio pregevole d’una poetica, approdata, caparbiamente, nelle quiete acque milanesi del Naviglio. 

 

     [Lino Tardia, “Viaggio con i fenici”, Open Art Gallery, Milano, marzo-aprile 2003]

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