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GALLERIA "IL
SAGITTARIO"
- Messina
- Via
XXIV Maggio, 108
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AUGUSTO SCIACCA
Controcanto
Acquerelli e tempere 1997/2006
di Roberto Barzi
“Se fossi pittore! Che ricca materia al mio pennello!
L’artista immerso nella idea deliziosa del bello
addormenta o mitiga almeno tutte le altre passioni.”
Ugo Foscolo
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Dopo l’importante e indicativa mostra al “Museo della
Permanente” di Milano, che s’intitolava Innocenza e Pietas - del
maggio scorso - è ora il turno di Controcanto: un’esposizione
che la “Galleria Il Sagittario” di Messina dedica ad Augusto
Sciacca (1945 - Itala, ME), presentandone una meticolosa quanto
ricca selezione di opere su carta, acquerelli e tempere, tutte
inedite, che ripercorrono un decennio della poetica dell’artista
- il quale da più di trent’anni abita e lavora a Bergamo. La
rassegna - curata da Giuseppe Fornari, autore di un approfondito
quanto minuzioso saggio in catalogo - è un ottimo movente per
comprendere più a fondo l’iter pittorico e la rigorosa coerenza
intellettuale di Sciacca, ma anche per riflettere attentamente
sul suo “fare pittorico” che, come sottilmente scrive il
curatore “[…] non contrappone drasticamente luce e materia,
bensì sottolinea il confluire dinamico dell’una nell’altra: la
sua luce è materia irraggiante e impalpabile, la sua materia una
corrente di forze che racchiude e trasmette la luce. Ecco perché
l’acquerello e la tempera, con le loro soluzioni luministiche e
la loro leggerezza che evoca la materia senza lasciarsene
appesantire, e le combinazioni coloristiche e delicatamente
gestuali dei dipinti qui presentati si prestano così bene ad
esprimere questa visione sottilmente polare, questa concezione
metamorfica della pittura, che si traduce nel trapasso continuo
di velature e cromie, di sfumature che d’improvviso si accendono
ed espandono, per poi smorzarsi di nuovo in un unico flusso in
cui lo sguardo non riesce a fermarsi, seguendo il movimento
avvolgente e sapiente della mano che l’ha dipinto […]”.
Una rassegna assai raffinata, quale migliore occasione per il
visitatore, di analizzare con cura la quarantina di opere, di
piccole e grandi dimensioni, che rappresentano un periodo vitale
della maturità dell’artista? A questo scopo è però necessario
afferrare quale significato hanno per Augusto Sciacca
l’acquerello e la tempera, nonché il ruolo che essi svolgono
come “zona franca” in cui si cimenta nelle ricerche visive con
una cura stilistica ed una sicurezza espressiva che
caratterizzano, da sempre, il suo fare pittorico
La mostra fa confluire nella maniera più sottile le due
principali componenti della sua arte: la considerazione per la
luce e la ricercatezza lirica della materia. La tensione
“luministica” - torna alla memoria una strofa di Cesare Pavese
tratta da Verrà la morte e avrà i tuoi occhi: “Dove sei tu,
luce, è il mattino.” - e l’impasto “materico” sono le due
polarità con cui si esprime, in tutta la sua forza, l’impulso
creativo di Sciacca che, con una specie di “sinestesia” melodica
a lui consona, per un attimo “[…] ci squaderna il miracolo della
bellezza.” Si nota pertanto una sequenza di lavori d’immensa
energia: paesaggi infusi di colori e di luci, mai descrittivi
bensì sintetici, che creano e scompongono l’immagine, o meglio
una serie di possibili figurazioni.
“Nessuna forza psichica è importante se non possiede le
caratteristiche di destare sentimenti”, ha scritto Freud, una
massima che sembrerebbe essere stata composta per l’artista. Si
osservino le Piogge in cui l’immagine dà l’impressione di
modificarsi continuamente in un coinvolgimento panico e tattile
con la natura, ottenendo una “effervescenza” che può ricordare
il poeta Gabriele d’Annunzio come in Elettra-Alle Montagne:
“Montagne Madri sacre scaturigini delle Forze pure, quando non
era l’Uomo, donde gioiosa alla cieca tenebra sparsa balzò l’alba
primiera, e alle vergini valli guidando le torme dei fiumi scese
la Primavera” o nell’Alcyone - la “poesia dell’estate” che
rappresenta la piena maturazione della sua vicenda creativa ed
umana. Ora si scrutino i Nudi in cui la “visione del mondo”
dell’artista si palesa in tutta la sua completezza: una
celebrazione del desiderio in cui un corpo femminile pare
trasfigurarsi in pura sostanza della natura. “[…] in colline di
pavesiana memoria riscaldate da un chiarore che rievoca il Sud,
metamorfosi che tuttavia non obbedisce ad un sensualismo
generico, a quel compiacimento che rende sovente questo genere
ammiccante, se non truffaldino[…]”
Si vedano anche le opere più direttamente connesse alla terra
d’origine del pittore: Messina. La prima Rammemorazione - come
l’intenso Orizzonte-lo Stretto - mostra le prospettive e le
meditazioni sullo Stretto a lungo rimirato. Non poteva mancare
infine uno dei simboli ultimamente più frequentati dal pittore:
le colombe, le quali sembrano “commentare” le altre sue opere
riportando alla rappresentazione mentale le riflessioni
sviluppate nella mostra Innocenza e Pietas, incentrata sulle
tematiche della guerra e della violenza, di cui adesso si
afferrano meglio i legami coi temi della reminiscenza e del
sogno. . “L’arte, intendo il termine per indicare
collettivamente pittura, scultura, architettura e musica, è la
mediatrice e riconciliatrice di natura e uomo. E’ dunque il
potere di umanizzare la natura, di infondere i pensieri e le
passioni dell’uomo in tutto ciò che è l’oggetto della sua
contemplazione.” E l’aforisma di Samuel Taylor Coleridge può
essere un altro indizio del temperamento dell’artista, ospite
gradito della Galleria.
Interpretando alla fine l’intera opera di Sciacca si deve solo
attestare che è il frutto di una ricerca incessante, nonché
profondamente meditata, la quale ha bisogno di dilatarsi e di
articolarsi nel proprio universo interiore per comporsi, alla
fine, in un’epopea visiva e perché no in un’armonia musicale la
quale si fonde in una deflagrazione di tecniche straripanti di
colori e di lucentezza, traducendosi in una straordinaria
sintesi compositiva, in un insieme armonioso delle sue
tematiche, ma sempre fedele al disegno intellettuale che le
sovrasta.
Roberto Barzi
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Augusto Sciacca
Controcanto
Acquerelli e tempere 1997/2006
A cura di Giuseppe Fornari
Messina
Galleria d’Arte “Il Sagittario”
Via XXIV Maggio, 108
Dal 16 dicembre 2006 al 15 gennaio 2007
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