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07
DICEMBRE 2012
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TRADIZIONI IN VIAGGIO. A cura di Mimmo
Cuticchio
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8 dicembre
2012 – 3 marzo 2013
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Monte di
Santa Rosalia – Palazzo Branciforte
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La
tradizione è un’esperienza che passa da padre in figlio o da
maestro ad allievo.
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Ma non
bisogna intenderla sempre la stessa.
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Possiamo
paragonarla all’acqua di un fiume che,
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pur
scorrendo sempre tra gli stessi argini,
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non è mai
la stessa acqua
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Mimmo
Cuticchio
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Nell’affascinante spazio del Monte di Santa Rosalia,
all’interno di Palazzo Branciforte (lo storico edifico sede
della Fondazione Sicilia, recentemente riaperto nel cuore di
Palermo),
apre al pubblico sabato 8 dicembre la mostra
tradizioni in viaggio
a cura di Mimmo Cuticchio. Chiuderà il 3 marzo 2013.
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L’Associazione Figli d’Arte Cuticchio, nell’allestimento
dell’esposizione, si è misurata innanzitutto con la “necessità”
di
realizzare una
mostra di pupi senza “violare” lo spazio espositivo col suo
carico di memoria ma, allo stesso tempo con il bisogno di
tracciare i contorni di un territorio teatrale che vede in campo
l’oprante Mimmo Cuticchio e con lui pittori, intagliatori,
sbalzatori, cesellatori di metalli e una catena di trasmissioni
di saperi e di pratiche regolate da norme apertamente o
tacitamente accettate.
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Sono così
stati realizzati piccoli boccascena autoportanti, composti da
listelli di legno, come se fossero prolungamenti della struttura
del Monte. All’interno dei boccascena sono esposti i pupi di
nuova generazione, quelli realizzati per gli spettacoli del
nuovo repertorio, che faranno da cornice all’antico teatrino di
Giacomo Cuticchio, dove invece faranno mostra di sé i
tradizionali eserciti di Paladini e Saraceni. Il patrimonio
materiale e immateriale del Monte di Santa Rosalia, quindi, si
lega all’altro patrimonio materiale e immateriale preziosissimo
(pupi, fondali, macchine sceniche, costumi), che con il passare
del tempo sta diventando un vero e proprio tesoro, non una
statica realtà museale ma un vivo laboratorio di memorie e di
saperi, di storie e di progetti.
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Nel profilo
delle marionette, nei fili che le reggono, nei legni dei
teatrini, nelle stoffe dei costumi, nei colori dei fondali,
nell’insieme del “mestiere” di una famiglia di pupari, sono
sedimentate storie e avventure, spesso drammatiche, altre volte
festose, nelle quali possiamo ancora riconoscerci. Un’epica del
racconto, tra vita e teatro, che uno spazio carico di
significati come quello di Palazzo Branciforte oggi accoglie e
rilancia.
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“Questa mostra
- sottolinea il presidente della Fondazione Sicilia, Giovanni
Puglisi - è la preziosa testimonianza di un teatro, quello
dell’Opera dei Pupi, fortemente legato alla storia della Sicilia
e alle sue tradizioni, ma è espressione, al contempo,
dell’attualità di una ricerca artistica, che da sempre i Figli
d’Arte Cuticchio portano avanti con tenacia sia livello
nazionale che internazionale. Voglio poi ricordare che, dal
2001, l’Opera dei pupi siciliani è stata proclamata dall’Unesco
«capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità»,
attestando il forte valore culturale di quest’arte a livello
planetario. Palazzo Branciforte, grazie al genio creativo
dell’indimenticabile architetto Gae Aulenti, si conferma come
luogo privilegiato per ospitare questa esposizione, attestandosi
come un magistrale esempio di sinergia funzionale, in cui
l’arte, le Collezioni della Fondazione e la splendida struttura
lignea, coabitano nell’operosità delle attività che le
intrecciano”.
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“L’invito di
Civita Sicilia a realizzare una mostra di pupi all’interno del
Monte di Santa Rosalia di Palazzo Branciforte, è stato accolto
dalla nostra Associazione con molto entusiasmo e altrettanto
timore – afferma Mimmo Cuticchio - la presenza dell’imponente
struttura lignea dell’antico Monte dei Pegni, è talmente forte e
suggestiva da provocare al visitatore un’esperienza sensoriale
ed emozionale simile, verosimilmente, all’inquietudine profonda
che dovevano provare le migliaia di persone costrette, per fame
e stenti, a frequentare quel luogo. D’altra parte, “mostrare” è
gesto della memoria, evocazione, presentificazione di qualcosa
che è stato e che ha lasciato traccia, visibile come un
manufatto o impalpabile come uno stato d’animo. Mettere in
mostra è dunque anche un atto civile, che rende giustizia alla
storia offrendole un dialogo col presente”.
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Ufficio Stampa
Palazzo Branciforte
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ANTONIO
GERBINO – Civita Sicilia
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press@palazzobranciforte.it
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+39.091.8887767
– +39.335.413512
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INFORMAZIONI UTILI
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Orari
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Da martedì a
venerdì ore 9,30 – 14,30
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Sabato e
domenica ore 9,30 – 19,30
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La
biglietteria chiude un’ora prima.
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Lunedì chiuso
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Mercoledì 26
dicembre apertura straordinaria ore 9,30 – 19,30
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Palazzo
Branciforte resterà chiuso nei giorni di Natale e Capodanno
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Biglietti
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Intero € 7,00
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Ridotto € 5,00
per gruppi minimo 15 persone, persone maggiori di 65 anni,
titolari di convenzioni
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Gratuito per
scuole e persone minori di 18 anni
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Prenotazioni
199757511
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Palazzo
Branciforte
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Via Bara all’Olivella
n. 2 90133 Palermo
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Tel. +39
0918887767
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info@palazzobranciforte.it
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21
SETTEMBRE 2012
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PROROGATA LA MOSTRA SU FALCONE E BORSELLINO
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Prorogata
fino al prossimo 25 novembre la mostra
Non li avete uccisi: le loro idee cammineranno sulle
nostre gambe. Falcone e Borsellino vent’anni dopo
allestita dall’Agenzia ANSA e inaugurata il 23 maggio scorso dal
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
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In mostra, nei
suggestivi ambienti del Monte di Santa Rosalia, foto
dell’archivio ANSA ma anche immagini private messe a
disposizione dalle famiglie dei due magistrati e un filmato
curato dalla sede siciliana della RAI.
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Nel Palazzo,
restaurato con la direzione di Gae Aulenti, è possibile visitare
anche le Collezioni della Fondazione Sicilia: archeologia,
numismatica e filatelia. All’interno del Ristorante Branciforte
è esposta la Collezione di maioliche.
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Tutte le
informazioni su
www.palazzobranciforte.it.
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Ufficio Stampa
Palazzo Branciforte
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ANTONIO
GERBINO – Civita Sicilia
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press@palazzobranciforte.it
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+39.091.8887767
– +39.335.413512
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13 AGOSTO 2012
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APERTO A FERRAGOSTO PALAZZO BRANCIFORTE
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Palazzo Branciforte è aperto anche a Ferragosto con il consueto
orario dalle 9,30 alle 19,30, valido dal martedì alla domenica.
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È
possibile ammirare il recupero architettonico curato da Gae
Aulenti e visitare la grande collezione archeologica della
Fondazione Sicilia, le collezioni numismatiche e filateliche.
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Fino a settembre prosegue la mostra Non li avete uccisi: le
loro idee cammineranno sulle nostre gambe. Falcone e Borsellino
vent’anni dopo allestita dall’Agenzia ANSA e inaugurata il
23 maggio scorso dal Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano.
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In mostra, nei suggestivi ambienti del Monte di Santa Rosalia che
da soli meritano una visita, foto dell’archivio ANSA ma anche
immagini private messe a disposizione dalle famiglie dei due
magistrati e un filmato curato dalla sede siciliana della RAI.
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L’Emporio Branciforte offre una ricca selezione di prodotti
editoriali e di articoli legati ai temi dell’enogastronomia.
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Tutte le informazioni su
www.palazzobranciforte.it.
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Ufficio Stampa Palazzo Branciforte
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ANTONIO GERBINO – Civita Sicilia
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+39.091.8887767 – +39.335.413512
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RIAPRE
PALAZZO BRANCIFORTE A PALERMO, VENERDÌ 18 MAGGIO
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CONFERENZA STAMPA ALLA PRESENZA DELL’ARCHITETTO GAE AULENTI
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PALERMO -
Venerdì 18 maggio, alle ore 10.30 a Palazzo Branciforte (in Via
Bara all’Olivella, 2 a Palermo), è in programma la
conferenza stampa sul tema: Palazzo Branciforte
riapre le sue porte: un polo culturale multifunzionale nel cuore
di Palermo.
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Saranno
presenti il presidente della Fondazione Banco di Sicilia,
Giovanni Puglisi, e l’architetto Gae Aulenti che ha
firmato il progetto di restauro. A seguire: preview
guidata del Palazzo e lunch con i giornalisti
intervenuti.
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Grazie alla
Fondazione Banco di Sicilia, un magnifico e storico edificio
viene riconsegnato alla città di Palermo completamente
ristrutturato nel suo splendore iniziale. Crocevia di saperi e
tradizioni della sicilianità, il Palazzo si apre al pubblico
proponendosi come luogo di incontro per la cittadinanza e come
sede di mostre itineranti e collezioni permanenti.
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Rsvp
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UFFICIO
STAMPA FONDAZIONE BANCO DI SICILIA
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Cantiere
di Comunicazione
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Francesco
Pieri – f.pieri@cantieredicomunicazione.com
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Alberto
Samonà – albertosamona@libero.it
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ASSOCIAZIONE SALVARE PALERMO, A PALAZZO BUTERA LA FESTA
DEGLI AUGURI 2012
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VENERDÌ
UNA CONVERSAZIONE CON IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE
GIOVANNI PUGLISI
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PALERMO, 7 febbraio 2012
- Venerdì 10 febbraio alle 17,30 a Palazzo Butera (in via Butera
18) il presidente della Fondazione Banco di Sicilia, Giovanni
Puglisi, terrà una conversazione sul tema “Da Villa Zito a
Palazzo Branciforti. Un itinerario palermitano”. L’iniziativa è
promossa dalla Fondazione Salvare Palermo, presieduta da
Salvatore Butera, nell’ambito della “Festa degli auguri 2012”.
L’ingresso è libero.
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IL RESTAURO DI
PALAZZO BRANCIFORTE AFFIDATO
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AL CELEBRE
ARCHITETTO GAE AULENTI.
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L’EDIFICIO,
DELLA FONDAZIONE BANCO DI SICILIA,
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DIVERRÀ UN
GRANDE POLO CULTURALE
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Al suo interno
un’area espositiva per grandi mostre, atelier
per artisti contemporanei e una biblioteca
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Palermo, 6 Febbraio 2007. A seguito
dell’acquisizione di Palazzo Branciforte, avvenuta
il 30 dicembre 2005, la Fondazione Banco di Sicilia,
presieduta da Giovanni Puglisi, mira a rendere lo
storico edificio di via Bara all’Olivella un
prestigioso punto di riferimento nel panorama
culturale siciliano e nazionale. Iniziativa
preliminare alla nuova destinazione del Palazzo è il
suo restauro. L’incarico di redigere il progetto per
il restauro integrale del palazzo è stato affidato
alla celebre designer e architetto di fama
internazionale Gae Aulenti. I lavori hanno lo
scopo di creare un importante polo culturale aperto
a tutti i cittadini e con spazi nuovi e dinamici
destinati all’arte e alla cultura, attraverso un
lavoro di recupero e di ripristino degli ambienti
più rappresentativi dell’edificio.
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Il
progetto di riqualificazione architettonica
predisposto dall’architetto Aulenti prevede
l’insediamento all’interno del Palazzo Branciforte
di una serie di ambienti, tra cui una zona
espositiva destinata ad allestimenti sia temporanei
sia permanenti, una biblioteca, una sala conferenze,
spazi di rappresentanza e uffici per il personale,
alcuni atelier destinati ad artisti che avranno la
possibilità di lavorare e alloggiare all’interno
dell’edificio. Il progetto di restauro vuole ridare
vita al palazzo, ritrovando la sua raffinata
bellezza troppo a lungo trascurata, creando ambienti
adeguati alle diverse funzioni nel rispetto, però,
delle originarie caratteristiche morfologiche
dell’edificio e degli elementi architettonici più
significativi.
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A
questo proposito, uno degli obiettivi principali è
ripristinare quegli spazi architettonici che oggi
hanno perso la loro originaria funzione e che si
possono considerare tra i più rappresentativi di
Palazzo Branciforte: una strada interna, il cortile
principale e la scuderia al piano terra.
L’intervento di ristrutturazione dell’immobile, la
cui superficie lorda è pari a 5.650 mq, si stima
costerà complessivamente 8 milioni e mezzo di euro.
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“Esprimo profonda soddisfazione – sottolinea il
presidente della Fondazione Banco di Sicilia,
Giovanni Puglisi – intanto, perché uno dei più
grandi architetti italiani, fra i più noti al mondo,
ha accettato di studiare un caso come Palazzo
Branciforte e ha accettato lo sviluppo di un
progetto che non è solo un restauro ma anche e
soprattutto una grande ambizione culturale; inoltre,
questa operazione consentirà al centro di Palermo di
diventare un cuore pulsante del sistema delle arti.
Si creerà, infatti, una grande rete – prosegue il
presidente della Fondazione Banco di Sicilia – in
cui il ritrovato complesso monumentale di Sant’Anna
costituirà il polo per l’arte moderna e Palazzo
Branciforte quello dell’arte contemporanea, con la
grande idea di realizzare al suo interno gli
“atelier della contemporaneità”, che ospitando
grandi mostre di artisti contemporanei, potrà
diventare un punto di riferimento in termini di
scuola e di eccellenza”.
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“Ritengo, infine, che da un punto di vista analogico
questa operazione la si può paragonare al restauro
dello Steri in piazza Marina, completato nel 1972”.
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L’edificio originario inizialmente occupava solo una
porzione del lotto attuale ed era caratterizzato
dalla presenza di un cortile interno con un doppio
ordine di logge sui lati settentrionale e
meridionale, da cui si accedeva alla scala
principale, che consentiva di raggiungere i piani
nobiliari superiori destinati ad abitazione. Il
piano terra era invece occupato da magazzini. In
seguito il palazzo venne ampliato annettendo tutta
la porzione di isolato che stava al di là della
strada su cui si apriva l’originario ingresso
principale. La strada da pubblica divenne così
privata, e inglobata all’interno della residenza. Il
palazzo, dunque, si sdoppiò sui due lati della via
interna mantenendo una pianta di forma rettangolare.
Al piano terra della nuova ala dell’edificio che si
era creata venne realizzata un scuderia coperta da
volte a crociera sostenute da colonne in marmo
grigio di Billiemi. Ai piani superiori si ampliarono
invece le stanze di rappresentanza e abitazione,
raggiungibili dalla scala già esistente attraverso
una loggia che congiungeva le due ali del palazzo
passando sopra alla strada. Il fronte principale
divenne quello su via Bara all’Olivella, dove venne
trasferito il vecchio portone ligneo.
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La
strada interna rappresenta, dunque, un luogo urbano
e verrà riutilizzata come tale. Pertanto, sarà
liberata dagli spazi chiusi realizzati di recente,
che interrompono il cono prospettico che attraversa
in senso trasversale l’edificio. Dal portone su via
Bara all’Olivella si accederà così ad una strada
vera e propria, coperta solo dalla loggia centrale,
che dividerà in due ali distinte il palazzo;
percorrendola si potrà uscire sul lato opposto, in
via Monte Santa Rosalia, una volta ripristinata
l’antica apertura di cui si conserva solo la cornice
in pietra sul fronte. La strada interna consentirà
di raggiungere tutte le diverse zone dell’edificio,
che risulteranno, così, indipendenti ma direttamente
collegate: il nuovo spazio espositivo, collocato
dentro l’antica scuderia, la caffetteria, la sala
conferenze da 108 posti, la scala secondaria che
conduce agli atelier, il cortile interno che apre
poi agli uffici e a tutti gli ambienti dei piani
superiori. La zona espositiva occuperà l’intera ala
orientale del palazzo, dove, attraverso la
demolizione delle murature costruite dopo l’incendio
del 1848, si creerà un unico spazio colonnato. Il
progetto di restauro vuole realizzare un percorso
espositivo vero e proprio, arricchito dai soffitti
voltati della cavallerizza e dal ritmo regolare
delle colonne.
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Sul lato opposto allo spazio mostre, attraversando
la strada interna, si arriverà al cortile dell’ala
occidentale che, nel progetto, ritrova la sua
funzione di spazio aperto e si trasforma in giardino
“segreto”, rifacendosi ai primi insediamenti arabi
del quartiere. Sul cortile si affacciano i loggiati,
su cui si aprono delle grandi aperture che creano
continuità tra gli spazi interni ed esterni. Il
progetto prevede la ricostruzione della loggia a
Nord, distrutta da un bombardamento nel 1943. Da lì
si accederà al piano superiore, dove si ipotizza di
collocare uno dei nuovi ambienti più significativi:
la biblioteca.
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La
sala della biblioteca è costituita da uno spazio
unico a doppia altezza, ottenuto mediante la
demolizione della soletta intermedia esistente, ed è
caratterizzato da grandi scaffalature destinate ad
accogliere i libri e da un doppio ordine di ballatoi
“sospesi” che permettono di percorrere tutto il
perimetro della sala. Nel progetto, la biblioteca
occupa la parte centrale del primo piano ed è
direttamente collegata sia agli spazi di
rappresentanza sia, attraverso la loggia che passa
sopra alla strada interna, alle sale a doppia
altezza dell’ala orientale, fortemente
caratterizzate dalle scaffalature in legno che un
tempo contenevano gli oggetti del Monte dei Pegni.
Le doppie altezze e il disegno complesso degli
scaffali, che vengono conservati attraverso un
intervento di consolidamento e restauro,
conferiscono agli ambienti un aspetto quasi
surreale, creando di per sé un allestimento
scenografico. Questi luoghi potranno essere
visitati: utilizzati come spazi per esposizioni
temporanee, oppure lasciati così come sono,
accentuandone l’essenziale aulicità e il valore
evocativo. Al secondo piano, cui si accede
attraverso la scala secondaria (a sua volta
raggiungibile al piano terra dalla strada interna),
saranno collocati gli atelier destinati ad artisti
importanti o a giovani studenti meritevoli che qui
verrebbero ospitati. All’interno del palazzo si
vengono a creare così molteplici luoghi, diversi sia
per funzione che per tipologia architettonica: i
grandi e suggestivi ambienti destinati
all’esposizione, la sala centrale e moderna della
biblioteca, i piccoli atelier ricavati nelle antiche
stanze.
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Il
restauro consentirà, dunque, di ripristinare e
valorizzare quegli spazi, stravolti a seguito delle
vicende storiche e delle modificazioni subite in
varie epoche: alcune modifiche al nucleo originario,
dopo il primo ampliamento, avvennero a partire dal
1801 quando il palazzo divenne sede del Monte di
Santa Rosalia. Le modifiche però riguardarono solo
le aperture sui fronti, dove i balconi furono
demoliti e le finestre furono chiuse da grate in
ferro. Il volume complessivo dell’edificio, e la
distribuzione su tre livelli, rimasero inalterati.
Le modifiche più evidenti e invasive furono
effettuate qualche decennio più tardi, a causa di
alcuni eventi accidentali che colpirono
ripetutamente il palazzo: primo fra tutti, un
incendio a seguito di un bombardamento nel 1848, che
provocò il crollo di gran parte delle volte e delle
solette interne. I lavori di consolidamento e
ristrutturazione furono immediati, ma non tennero
conto delle caratteristiche architettoniche
dell’edificio. Nella scuderia, per esempio, le
colonne di marmo vennero inglobate dentro nuovi
setti murari, le volte puntellate con pilastri e
rinforzate con travi posticce in legno. Si ricostruì
la copertura a falde dell’edificio ma si decise di
non ripristinare le solette tra il primo e secondo
piano, creando degli ambienti a doppia altezza dove
vennero collocate le grandi scaffalature in legno
che ancora oggi caratterizzano l’ala orientale del
palazzo.
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Il
bombardamento del 1848 non fu l’unico che colpì
palazzo Branciforte. L’ultimo, quello americano del
’43, provocò il crollo del loggiato superiore
meridionale nel cortile interno, che non venne più
ripristinato nonostante i lavori di ristrutturazione
del Dopoguerra. Le successive destinazioni d’uso
dell’edificio comportarono ulteriori stravolgimenti
interni: nel cortile venne aggiunto un nuovo spazio
con gli sportelli per i servizi bancari, essendo il
palazzo diventato di proprietà della Cassa di
Risparmio V.E. Nuovi muri divisori vennero aggiunti
a per rispondere alle esigenze dei diversi uffici lì
insediati.
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L’intervento è dunque volto a valorizzare Palazzo
Branciforte, restituendo funzionalità a quegli spazi
segnati dalle sue successive destinazioni. I lavori
di restauro, infatti, si propongono di trasformare
l’edificio in un luogo urbano nuovo, aperto a tutti
e caratterizzato da spazi unici in grado di rendere
Palazzo Branciforte un punto di riferimento di primo
piano nel panorama culturale siciliano e nazionale.
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Banco di Sicilia:
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